Leopardi e l'infinito

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Partendo dall'analisi del celebre idillio, l'unità tratta aspetti fondamentali della poetica dell'autore per poi inserire delle attività ludiche che stimolino la scrittura creativa.
Marina d'Errico
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Marina d'Errico
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    Leopardi, il poeta infinito
    L'infinito è forse la poesia più conosciuta ed amata di Leopardi, senz'altro quella che rende più chiaramente il suo pensiero e la sua visione del mondo e della poesia.  Composta nel 1819 quando aveva solo 21 anni, è un idillio un genere diffuso nella poesia antica che egli riprese e modificò per esprimere "emozioni, sensazioni, avventure storiche del mio animo". 
    Caption: : Scena tratta dal film "Il giovane favoloso"

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    Poesia degli antichi e dei moderni
    Leopardi in un primo momento, riteneva che vi fosse una differenza fondamentale tra la poesia degli antichi e quella dei moderni in quanto i primi erano più vicini alla Natura e per questo più felici e capaci di azioni eroiche e capaci di fantasia ed immaginazione (poesia di immaginazione).  L'uomo moderno invece, a causa del progresso della civiltà e della ragione, è maggiormente infelice e capace di produrre una poesia filosofica, frutto della riflessione (poesia sentimentale).  Successivamente giunse alla conclusione che la condizione di infelicità dell'uomo è eterna e che la Natura non è una madre benigna e consolatrice per l'uomo, grazie all'immaginazione e alle illusioni che nascondono l"'arido vero", ma una matrigna indifferente e crudele 
    Caption: : Scena tratta dal film il giovane favoloso che drammatizza l'Operetta Morale "Dialogo tra la Natura e un islandese"

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    L'infanzia di Leopardi
    Un diffuso pregiudizio vuole tutta l'esistenza di Leopardi segnata dalla tristezza e dall'infelicità.  In realtà la sua infanzia fu quella di un bambino felice, circondato dall'affetto della sua famiglia e soprattutto dai fratelli carlo e Paolina, con i quali condivideva i momenti di studio ma anche di gioco. Tuttavia il suo ingegno precocissimo lo distinse subito dai fratelli e ben presto fu in grado di superare i suoi maestri e continuare gli studi da solo, grazia anche alla straordinaria biblioteca realizzata dal padre, il Conte Monaldo Leopardi. 
    Caption: : Un'immagine della famiglia Leopardi

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    La biblioteca paterna
    Fu difatti anche grazie alla biblioteca di casa Leopardi che gli fu possibile aprire i suoi orizzonti e apprendere lo studio delle lingue antiche (il greco, l'ebraico) e moderne (inglese, francese, tedesco) e leggere le opere di filosofi e pensatori di ogni tempo e luogo.  Fu così che ben presto sorse in lui il desiderio di conoscere altri luoghi, altri uomini di cultura con i quali condividere il suo interesse per la poesia e la cultura (come Pietro Giordani il primo che comprese la sua grandezza) ed uscire fuori dal mondo chiuso di Recanati allora una piccola città chiusa e provinciale.  Questi tentativi di fuga furono però impediti sempre dalla famiglia (e dal padre in particolare) che non voleva che egli si allontanasse dalla famiglia.   
    Caption: : Una foto della biblioteca di Casa Leopardi

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    La fuga
    Proprio nel 1819 (ossia l'anno in cui compone  l'Infinito) Leopardi tenta la fuga ma viene scoperto e fermato. Trascorre un lungo periodo di depressione, anche a motivo di una malattia agli occhi che gli impedisce di leggere sua unica consolazione.    E' da questo stato d'animo che nasce il suo meditare pessimistico sulla vita e la condizione di infelicità dell'uomo ma è anche il momento in cui comincia la composizione degli Idilli, le sue prime grandi composizione poetiche.   
    Caption: : Scena tratta dal film "Il giovane favoloso" di Mario Martone

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    Infinito e indefinito
    L'infinito tra spunto da una situazione di ostacolo (la siepe) che impedendo la vista, stimola l'immaginazione del poeta. Difatti Leopardi pensava che il bello poetico consistesse nel vago e nell'indefinito in quanto la realtà non è che infelicità e noia. La poesia per lui difatti è suscitata da sensazioni piacevoli che derivano dalla lontananza nello spazio e nel tempo; la vista impedita da un ostacolo (un albero, una torre, una finestra) i suoni che si disperdono e vanno allontanandosi sono  per Leopardi suggestivi e  poetici. 
    Caption: : Il colle dell'Infinito ora Parco letterario dedicato a Leopardi

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    Com'è fatto "l'Infinito"
    Il testo, formato da un numero limitato di versi (14) tutti della stessa lunghezza (11 sillabe) non legati da rime (sciolti) ma dalla ripetizione di suoni simili di vocali e consonanti (assonanza e consonanza). Una prima parte del testo parte proprio dal colle di Recanati dove il poeta era solito recarsi a passeggiare e meditare, e dalla siepe che impedisce la visione della valle. Da ciò parte la sua meditazione sullo spazio infinito ed illimitato e sul silenzio, meditazione che porta il poeta ad una sensazione quasi angosciosa ("ove per poco il cor non si spaura")
    Caption: : "Viandante sul mare di nebbia" di K. Friedrich

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    Infinito spaziale e temporale
    A questo punto il poeta passa a considerare un altro aspetto dell'idea di infinito: quello del tempo, suscitato dal suono dallo stormire delle fronde degli alberi, sensazione che lo porta a paragonare il silenzio di prima ai suoni presenti accanto a lui, e quindi a paragonare il tempo eterno alla storia dell'uomo, il passato al presente.  Questa meditazione provoca in lui una sensazione piacevole dovuta all'immergersi della  mente nell'idea dell'infinito al punto che gli sembra di perdersi in essa. La sensazione è piacevole perché momentaneamente egli cessa di soffrire.
    Caption: : il mare, simbolo dell'Infinito

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    Che cos'è il piacere per Leopardi?
    Leopardi pensava che l'unico piacere possibile per l'uomo -che è una creatura mortale e quindi può solo provare piaceri finiti-  è la fine del dolore (come ne La quiete dopo la tempesta) o la sua attesa (come nel Sabato del villaggio). Per questo ritiene che il naufragare nel mare dell'immensità sia il piacere assoluto perché in quel momento  ogni infelicità e noia cessa di esistere.  Questa idea non ha nulla di religioso: egli difatti era ateo non credeva che un Dio potesse consolare l'uomo o offrirgli una felicità futura oltre la morte. Per Leopardi il piacere può essere solo riferito al passato o al futuro mai al presente che è dominato dalla realtà, dall'arido vero.   
    ​​​​​​Ne " La quiete dopo la tempesta" dirà che il piacere è "figlio d'affanno" intendendo che nasce quando termina il dolore.Tuttavia è un piacere finito, che non dura nel tempo perché l'esistenza dell'uomo è finita, mortale.   Ne "Il Sabato del villaggio" invece, il piacere è nell'attesa del piacere stesso -rappresentato dal giorno festivo-  ma anche questa è un'illusione perché non potrà che portare delusione e noia.  Il presente è invece dominato dal vero, dall'infelicità.   

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    Per rendere l'idea dell'immensità e dell' infinito egli usa diverse tecniche:  Usa parole molto lunghe prima di tre poi di quattro ed infine cinque sillabe (interminati sovraumani profondissima)  usa vocali aperte (a,e) e consonanti dai suoni dolci (l,m,n,) per dare sensazioni di pace, serenità  collega i versi tra loro in modo che il significato prosegua in quello successivo (enjambement) e isolare parole chiave (spazio, infinito, silenzio)  inserisce una forte pausa tra la prima e la seconda parte del testo a segnare il passaggio dal tema dello spazio al tempo, tra infinito e finito e usa vocali chiuse dai toni cupi (o,u) per indicare la sensazione di paura e angoscia.  Infine usa parole brevi e vocali aperte per indicare il tema della brevità della vita e della fugacità del tempo 
    Smontiamo il testo...

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    Parole vaghe e indefinite
    Il testo è ricco soprattutto di aggettivi e parole vaghe (indeterminate) e allo stesso tempo belle, suggestive e spesso antiche (come ermo) che per lui sono "poeticissime" Al tempo stesso però usa termini di uso comune, comprensibili, e non adopera i tipici artifici in uso nella poesia classica del tempo; la sua vuole essere una poesia, viva spontanea, che segue l'immaginazione del poeta e comunichi il suo mondo interiore.  Dice infatti nello Zibaldone "le parole lontano ed antico e simili sono poeticissime e piacevoli perché destano idee vaste e indefinite, e non determinabili e confuse" 
    Caption: : Un'immagine tratta dal film Il giovane favoloso

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    La fortuna nel tempo
    Questa poesia è stata celebrata e considerata uno dei testi più importanti della poesia Italiana e del Romanticismo in particolare.  Il poeta, per quanto molto giovane, ci appare già molto maturo e consapevole dei suoi mezzi.   Il tema dell'infinito lo avvicina ai poeti ed agli artisti che operavano in quel periodo in Europa e che appartengono alla corrente del Romanticismo: poeti, artisti e musicisti, sono suggestionati dal tema che entra nelle loro opere in vario modo.  Ma Leopardi era un Romantico?   
    Caption: : La prima edizione dei Canti

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    Leopardi classico e romantico
    La posizione di Leopardi, nel dibattito che a quel tempo divideva i sostenitori del Classicismo  e del Romanticismo è molto particolare: lo studio delle lingue e delle civiltà antiche è importantissimo per Leopardi che apprese da solo la conoscenza del greco, dell'ebraico e di molte lingue antiche e moderne della poesia degli antichi ama la spontaneità l'ingenuità, la freschezza. Non ama l'eccesso di artifici e di regole, come i Romantici 
    Caption: : Un busto marmoreo raffigurante Omero

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    Se del Romanticismo se amava tutto ciò che esaltava la fantasia, l'immaginazione non amava però: il gusto per gli effetti macabri, per l' horror (diremmo oggi)  l'aderenza al vero, il riferimento a temi sociali, politici, morali la scelta del romanzo, del teatro invece della poesia lirica, l'unica capace, di esprimere il suo mondo interiore  Lo spiritualismo, la religiosità  Per questi motivi Leopardi fu molto più vicino ai Romantici d'Europa che ai Romantici Italiani del suo tempo dai quali fu spesso frainteso. 
    Un classicismo romantico
    Caption: : Il bacio di F. Hayez un'immagine iconica della pittura romantica in Italia

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    E ora....divertiamoci un po'
    La poesia va amata, studiata ma non è detto che non ci si possa anche divertire... Vi sembrerà strano ma si può giocare con la poesia, smontarla, ricomporla; un esercizio che anche a Leopardi sarebbe piaciuto dato che amava la fantasia e la creatività.   Uno dei modi di lavorare sul testo dell'Infinito è un procedimento detto haikaizzazione termine che deriva da Haiku, la tradizionale poesia giapponese. Eccone un esempio: 
      L'antico stagno  una rana vi salta rumore d'acqua  (Basho)   

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    Cosa significa "haikaizzare"
    Una delle caratteristiche principali della poesia è la brevità e la capacità di rendere, in poche brevi frasi, concetti molto profondi. La poesia è capace di fare cose meravigliose o, come disse Calvino "fare entrare il mare in un bicchiere. Il procedimento consiste nel ridurre la poesia ai suoi elementi essenziali senza però che la poesia perda di significato e di bellezza.    
      Cos'è l'haiku  L'haiku è la tipica poesia giapponese formata da 17 rama (o sillabe) che seguono lo schema 5/7/5 L'haiku è formato tra tre parti:  La premessa che descrive una situazione o uno stato d'animo  Una seconda parte che inserisce un motivo apparentemente estraneo la conclusione che ricollegandosi alla premessa crea effetti sorprendenti. 

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    L'infinito "hakaizzato"
    Ermo colle e siepe, che il guardo esclude Interminati  spazi e sovrumani silenzi  nel pensier mi fingo  come il vento  tra queste piante  infinito silenzio 
    Caption: : Testo originale dell'infinito

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    Poesia a rovescio
    Una diversa modalità di gioco con un testo poetico è la poesia a rovescio si parte da un testo e nel sostituire ogni parola con il suo contrario es: La nebbia agli irti colli  piovigginando sale, e sotto il maestrale  urla e biancheggia il mar.     L'eccellente visibilità delle ravviate pianure  perdurando il clima secco cala  e sotto lo scirocco  sussurra e nereggia la terra
    Caption: : esempio di favola a rovescio

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    il calligramma
    Il calligramma, usato per la prima volta da poeti del Novecento, è una poesia visiva in cui assumono importanza non solo le parole, la anche la loro disposizione sul foglio di carta. Per creare un buon calligramma non basta dare solo una diversa disposizione ai segni grafici che compongono le parole, ma occorre che l'immagine creata sia coerente con il loro significato.  
    Caption: : calligramma che rappresenta una poesia di argomento marino

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    Acrostico
    l'Acrostico è una poesia che si crea a partire dalle lettere che compongono una singola parola che poste all'inizio del verso, formano i versi. Il testo così ricavato si può leggere sia in orizzontale che in verticale . Francoise Villon (un poeta francese del Quattrocento) compose una poesia a partire dalle lettere del suo nome  Verità chi udirla da me vuole! II piacer non è che una malattia La storia vera che nelle fole  L'uomo vile, che il prode soldato,  Orrendo suono, che melodia, Nè saggezza che d'innamorato     ,
    Caption: : Esempio di acrostico

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    Lipogramma
    Il lipogramma è un gioco di grande abilità che consiste nel riscrivere un testo eliminando in esso una certa lettera (di solito una vocale) sostituendo le parole o parti di parole che la contengono. 

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    Cloze
    Il cloze è un esercizio che consiste nel cancellare alcune parole lasciando poi al lettore il compito di completar il testo utilizzando la sua creatività e fantasia.  (Es di cloze) Dormono... dormono le....dei monti  e le vallate... i declivi e ..... dormono i rettili.... la....terra alleva  le fiere ....di api i mostri nel....del mare; dormono.... degli uccelli dalle....ali.     
    Caption: : Esercizio di cloze su una poesia di J. Prevert

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    Concludendo....
    Fare poesia è un' esperienza che può regalarci attimi di grande bellezza e gioia. Leopardi attraverso la poesia provava una sorta di risorgimento dell'anima e le sue poesie testimoniano quanto grande sia il debito che abbiamo nei confronti di questo grande poeta.  Ma che la poesia fosse anche gioco, piacere (lusus) lo sapevano anche gli antichi che Leopardi tanto ammirava da ogni punto di vista.  Oggi sta a noi non perdere il gusto, il piacere di leggere e fare poesia, coltivarla, amarla e perché no, farne anche oggetto di un piacere che è frutto della nostra intelligenza. E ora provateci voi!  
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